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Eroi dimenticati…

Alexander89

Da qualche tempo, televisioni, radio, articoli di giornali e rotocalchi, nel commentare fatti accaduti, definiscono gli operatori siano essi medici, infermieri, personale sanitario, Vigili del Fuoco, forze di polizia, manifestanti, EROI! Allontanandomi dagli schemi classici degli eroi del passato, immagino che l’eroe moderno è colui/ei che compie uno straordinario e generoso atto di coraggio per aiutare gli altri, che può comportare un pericolo per la sua vita.

Il proliferare indiscriminato di etichettature di eroismo, deve indurci a porci una domanda: “Abbiamo così bisogno di eroi?”. Gli eroi, nell’accezione del termine, sicuramente abusato, sono persone che soddisfano i nostri bisogni primari, quali la scurezza, la guarigione, la sopravvivenza, la salute, la giustizia e l’istruzione, insieme a tanti altri significativi bisogni. Quindi i membri degli organi di polizia, medici e infermieri, magistrati e avvocati, docenti e Dirigenti Scolastici, e tanti altri, sono per la loro funzione eroi. Assurgono alle cronache i più disparati soggetti con l’etichetta di eroi, ma fino ad oggi, e non credo di sbagliarmi, non ho trovato, purtroppo, un solo commentatore, che abbia citato il personale della scuola, purtroppo, tra gli eroi del nostro tempo. Una grave dimenticanza? Una sottovalutazione? Ovvero una vera e propria disistima?

Rendiamo giustizia al personale della scuola, chiamato a operare in un contesto ormai depauperato di valori, spesso luogo di scorrerie di alunni e, ormai più frequente, da parte di genitori che nel contestare l’operato dei docenti e dei dirigenti scolastici, spesso passano alle vie di fatto.

Ci sembra opportuno citare un passo illuminante di Platone, che postula perfettamente il momento che stiamo vivendo, e non solo in ambito scolastico, passo contenuto nel “De Repubblica”: “…Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo coppieri che gliene versano quanto ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono sono dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: LA TIRANNIA” Sembra una fotografia perfetta della società dei nostri giorni, una perfetta premonizione dei “Corsi e ricorsi storici” di G.B. Vico.

In questo quadro sintetico, la scuola italiana è ancora formativa? Oppure vi è stata abdicazione verso un modello di scuola in parte inclusiva ma scarsamente formativa, dove il merito è stato annacquato o, peggio, cancellato.

Ad andare contro corrente si fa fatica e ci vuole coraggio, recitare fuori dal coro è cosa assai ardua, ebbene è giunta l’ora di suonare la sveglia per l’intera società italiana. Per quello che fanno quotidianamente i nostri docenti, i dirigenti scolastici e tutti gli operatori scolastici, sono anch’essi dei veri eroi; malpagati, ma questo è il minimo, senza alcuna tutela da parte dell’Amministrazione, in aule fatiscenti e insicure, con attrezzature antidiluviane svolgono la loro funzione per formare i cittadini della prossima società italiana.

Ma la domanda è sempre quella, abbiamo bisogno di eroi? La risposta è NO!!!!

Abbiamo bisogno di una società normale, il proliferare di eroi mette a nudo che il nostro modello di Paese ha bisogno di atti di eroismo, quindi la struttura societaria è incapace di dare risposte adeguate nella normalità.

Prendo a prestito la citazione di un’opera teatrale di Bertolt Brecht, allorchè affermava: ”Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”, non si può non essere d’accordo, dobbiamo recuperare la “normalità” e il merito. La scuola va riformata, la sola inclusività non basta più, bisogna reintrodurre il merito, far crescere coltivandoli i talenti. Spessissimo assistiamo a noiose discettazioni di psedo scienziati della pedagogia, siamo portati a credere che costoro siano più esperti di sociologia e scarsamente edotti in materia scolastica.

Signor Ministro Valditara, la grande riforma gentiliana, oggi non riproponibile, fu possibile in quanto Giovanni Gentile, intuì che per attuarla doveva allearsi con chi opera quotidianamente sul campo, e non con coloro che discettano di scuola e, probabilmente, l’ultima volta che sono entrati in un’aula scolastica, risale a quando erano stati alunni, e in alcuni casi si è superato il mezzo secolo.

Discutiamo se tenere acceso lo smartphone durante le ore di lezione, certamente no! Sarebbe molto più edificante parlare di Intelligenza Artificiale, di contenuti per l’avvento del Metaverso, altro che chiacchiere salottiere. Si plaude all’emanazione della circolare sul divieto nell’uso dei telefonini in classe, sommessamente rileviamo che la circolare non riporta eventuali sanzioni per gli inadempienti, lasciando ancora una volta docenti e Dirigenti Scolastici soli a fronteggiare agli “assalti” dei riottosi.

Signor Ministro Valditara, allo sforzo fatto in questi giorni con il rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola, aggiunga un piano di finanziamento, gratificando docenti, dirigenti scolastici e Ata per una riforma che dia lustro al nostro Paese, dando libero sfogo ai talenti dei giovani, sapendo che con i pannicelli caldi non si rialzerà la scuola, che invece ha bisogno di una terapia d’urto.

Per tutti i propugnatori di un modello formativo all’insegna che nessuno deve rimanere indietro, tutti promossi, molti di loro quando hanno iscritto i loro figli sono andati alla ricerca di quei docenti e di quelle scuole che ancora conservano nel loro DNA la caratteristica della serietà, la scuola della “partecipazione” va bene per tutti gli altri.  Non per quella dei loro figli.

Nei prossimi giorni porteremo a conoscenza del Ministro Valditara un nostro progetto, da sperimentare, a nostro parere rivoluzionario rispetto all’attuale modello formativo, utilizzando strutture militari dismesse e abbandonate e personale docente che desideri misurarsi con un nuovo modo di fare formazione e con alunni e famiglie che scelgano spontaneamente il nuovo modello formativo.

 

Articolo a cura del Segretario Nazionale di Orizzonte Italiano

Prof. Sandro Calabrese

 

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