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RICHIESTA ACCESSO AGLI ATTI

Alexander89

Pervengono allo scrivente partito, numerosissime doglianze di giovani docenti che hanno conseguito all’estero il titolo di sostegno e/o l’abilitazione sulla disciplina e ricevono da parte di codesto Ministero vere e proprie vessazioni per il riconoscimento di tali titoli.

La direttiva europea 2013/55/CE del 20 novembre 2013, recepita in Italia con D.Lgs n. 206, sancisce, in maniera chiara e inequivocabile, il diritto al riconoscimento di titoli conseguiti in Paesi della E.U., previa verifica di codesto Ministero dell’Istruzione circa la compatibilità del percorso seguito presso le Università straniere e il corrispondente corso di studio richiesto in Italia. Pur in presenza di una norma estremamente chiara, codesto Dicastero richiedeva, al fine di porre la parola fine alla questione del riconoscimento dei titoli, un pronunciamento del Consiglio di Stato in seduta Plenaria. In data 16 novembre 2022, il Consiglio di Stato adito, in seduta Plenaria, così come richiesto da codesto Ministero, con provvedimento n. 00022/2022 e pubblicato il 29 dicembre scorso, RIAFFERMAVA, ancora una volta, il diritto dei docenti al riconoscimento dei titoli conseguiti nelle Università appartenenti alla comunità europea.

Ciò posto, abbiamo verificato, purtroppo, che codesto Ministero, anche dopo quest’ulteriore pronunciamento, con ripetuti comportamenti omissivi e, alcune volte ostruzionistici, continua a dilatare i tempi di verifica, nel chiaro intento di non riconoscere tale sacrosanto diritto, ulteriormente sancito dal massimo organo giurisdizionale, arrecando danni economici rilevanti alle famiglie dei professori richiedenti. Non ha trovato applicazione la sentenza del TAR del 8 febbraio 2022 che, in conformità con quanto statuito dalla Corte di giustizia sentenza 8 luglio 2021, C-166/20, il Ministero dell’Istruzione è tenuto: “.. ad esaminare l’insieme dei diplomi, dei certificati e altri titoli posseduti da ciascun interessato; non dunque a “prescindere” dalle attestazioni rilasciate dalla competente autorità dello Stato d’origine, come invece hanno ipotizzato le ordinanze di rimessione; .. a procedere quindi ad “un confronto tra, da un lato, le competenze attestate da tali titoli e da tale esperienza e, dall’altro, le conoscenze e le qualifiche richieste dalla legislazione nazionale”, onde accertare se gli interessati abbiano o meno i requisiti per accedere alla ‘professione regolamentata di insegnante, eventualmente previa imposizione delle misure compensative di cui al sopra richiamato art. 14 della direttiva”.

Si continua ancora a disattendere i pronunciamenti della Magistratura, visto che il Consiglio di Stato nell’Adunanza Plenaria sfociata nella sentenza n. 18 /2022, dove al punto 10 della motivazione così recita:” la mancanza dei documenti necessari ai sensi del più volte art. 13 della direttiva 2005/36/CE non può pertanto essere automaticamente considerata ostativa al riconoscimento della qualifica professionale acquisita in uno Stato membro dell’Unione europea, dovendosi verificare in concreto il livello di competenza professionale acquisito dall’interessato, valutandolo per accertare se corrisponda o sia comparabile con la qualificazione richiesta nello Stato di destinazione per l’accesso alla professione regolamentata”. A causa della pretestuosa inerzia di codesto Ministero dell’Istruzione, i ricorrenti si sono dissanguati con esborsi di danaro nel proporre ricorsi contro il silenzio della Pubblica (sic!) Amministrazione, ritardi causati da Dirigenti del Ministero che, con troppa “nonchalance” e arroganza, si rifugiano nella Magistratura per non procedere all’assunzione delle proprie responsabilità.

Nonostante tale ripetuto comportamento, il TAR del Lazio adito da centinaia/migliaia di giovani docenti si sia espresso a favore dei ricorrenti, imponendo a codesto Ministero di esprimersi entro 120 giorni, nominando quale commissario “ad acta” il Direttore Generale pro-tempore, che a tutt’oggi continua a latitare, avanzando richieste assurde all’organo giurisdizionale di disattendere i 120 giorni concessi, motivando la richiesta per carenza di personale, termini ormai ad oggi abbondantemente scaduti, alla faccia del rispetto delle decisioni assunte dal TAR Lazio.

In tale nebuloso contesto, caratterizzato da inadempienza delle sentenze degli organi giurisdizionali nel valutare i percorsi formativi dei docenti richiedenti il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero, codesto Ministero ha ulteriormente inserito ulteriore materie di frizione allorquando ha inserito un blocco ingiusto nell’O.M. n. 112 del 2021, che ha impedito ai docenti in possesso dei titoli esteri non ancora riconosciuti (per colpa di chi?) di stipulare contratti di lavoro, al contrario di quanto avvenuto con O.M. n. 60, art. 7 – comma “e”,  del 10 luglio 2020. Il Ministero dell’Istruzione smentisce se stesso, facendo pagare i propri ritardi ai poveri docenti, anello debole della catena. Tali reiterati comportamenti hanno generato un contenzioso mostruoso a danno dei poveri docenti ricorrenti, esponendoli a continui esborsi di danaro, adducendo pretestuose giustificazioni per non riconoscere i titoli esteri e, per altro verso, gli organi giurisdizionali hanno, finalmente, cominciato a condannare anche la P.A. al pagamento delle spese di giudizio.

Ovviamente, mentre le spese di giudizio per i ricorrenti gravano sui loro magri bilanci famigliari, ulteriormente smagriti dalla mancanza dei contratti di lavoro a causa del mancato riconoscimento dei titoli e dell’ O.M. n. 60, art. 7 – comma “e”, i funzionari/dirigenti del Ministero continuano a disattendere le sentenze dei magistrati. Orizzonte Italiano si schiera a favore di questi giovani docenti, vilmente maltrattati da una bieca burocrazia che, con i soldi di “Pantalone” costringe i cittadini a produrre ricorsi su materie già oggetto di riconoscimenti giudiziari, mentre per altro verso è impegnata ad abbattere a tutti i livelli, l’odiosa burocrazia che sempre più allontana i cittadini dal “palazzo”.

Ci chiediamo perché i soldi dei contribuenti devono essere spesi per pagare lauti stipendi a Dirigenti che non si assumono le responsabilità che gli competono, costringendo i cittadini a ricorrere contro soprusi, frutto di insipienza e menefreghismo?

Chiediamo l’accesso agli atti per verificare la massa di danaro pubblico sperperato a causa di atti omissivi e pretestuosi di codesto Dicastero, verifica necessaria per essere inserita nell’interrogazione parlamentare che si sta predisponendo e, di altre inchieste giornalistiche che la nostra testata “IL MASANIELLO” sta avviando.

Inoltre, Orizzonte Italiano dichiara la legittimità della richiesta di accesso agli atti richiesta con la presente, trattandosi di danaro pubblico, stante anche le numerose denunce avviate alla Corte dei Conti per danno erariale, senza escludere eventuali responsabilità di ordine penale a carico di soggetti preposti a tali adempimenti. Il danno erariale si appalesa allorquando codesto Ministero eroga le somme per spese di giudizio per impugnazioni TEMERARIE, dissipando il danaro dei contribuenti, e quindi anche il nostro e quello dei nostri associati ed elettori. La documentazione richiesta in visione non contiene dati sensibili ai sensi e per gli effetti della L.n. 675/1996, pertanto, CHIEDE L’accesso documentale ai sensi e per gli effetti degli artt. 22 e ss. L.n. 241/1990 e dei relativi Regolamenti di attuazione, quale accesso civico generalizzato, ai sensi del decreto legislativo n. 33/2013, come modificato dal decreto legislativo n. 97/2016 (cosiddetto decreto Foia). Si chiede di prendere visione della documentazione inerente le spese di giudizio per soccombenze degli ultimi cinque anni, il loro inserimento nei bilanci consuntivi, il verbale degli organi di controllo sulla spesa del Ministero dell’Istruzione.

Si chiede di conoscere il nominativo del responsabile del qui azionato procedimento di accesso.

INDICA la propria PEC: orizzonteitaliano@pec.it dove devono essere avviate le comunicazioni inerenti al presente procedimento.

 

A rticolo a cura del Segretario Nazionale di Orizzonte Italiano

Prof. Sandro Calabrese

 

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